Mandorle
La sua coltivazione risale all’Età del Bronzo (3000-2000 a.C.) I suoi frutti sono stati ritrovati nella tomba di Tutankhamon in Egitto.
Furono i Romani a diffonderlo in Italia con l’appellativo di noce greca, mentre agli Arabi si deve la diffusione nell’area Mediterranea.
In America invece si diffuse intorno al XVI secolo.
Oggi il maggior produttore mondiale di Mandorle è la California, seguita da Spagna, Italia, Grecia e Turchia.

In Italia la cultura e produzione di mandorle è diffuso soprattutto in Puglia e Sicilia.
Originariamente il Mandorlo essendo una specie selvatica aveva una elevata tossicità, poi con gli anni la pianta è stata selezionata e addomesticata tanto da rendere il suo meraviglioso frutto commestibile
Si adatta facilmente a molti tipi di terreno e vive bene sia al caldo che al freddo ma il suo habitat naturale è un clima temperato con terreni leggeri e non troppo umidi, è il primo albero a fiorire tra Gennaio e Marzo simbolo che la primavera è alle porte.
La sua bellissima fioritura viene utilizzata per adornare parchi e giardini, e spesso la ritroviamo rappresentata su quadri e fotografie suggestive.
La raccolta del frutti avviene tra la fine di Agosto e gli inizi di Settembre.
Una volte che i suoi frutti vengono raccolti sono messi al sole ad asciugare e dopo viene praticata la smallatura, cioè la separazione dei malli per ottenere il frutto, questi vengono utilizzati per la maggior parte nell’industria dolciaria in piccola parte consumati come frutta secca, quella più pregiata diffusa nel nostro paese è la mandorla di Avola che prende il nome dalla città del Siracusano sede del consorzio di protezione.
Vi sono altre tre qualità di mandorle pregiate, ossia la Pizzuta scelta soprattutto per la confetteria e per la cucina, la Fascioncello, delicata e fragrante, e la Romana dal delicato sentore di vaniglia.
La Storia di Fillide e Acamante
Vi è un’antichissima leggenda, una storia d’amore Mitologica legata al Mandorlo.
Acamante era un Eroe Greco, si trovava in viaggio verso Troia quando fece sosta a Tracia, dove conobbe la principessa Fillide.
Appena i loro sguardi si incrociarono nacque un amore profondo e sconvolgente, ma Acamante dovette lasciarla per andare a combattere la guerra Troia .
La dolce principessa lo aspettò per 10 lunghi anni, ma quando seppe che Troia era caduta e non vedendo più tornare il suo amato Acamante, credendo fosse morto, si lasciò morire dal dolore.
La Dea Atena impietositasi da cotanto amore trasformò Fillide in un Mandorlo, quando Acamante, ritornato ancora in vita seppe della trasformazione, corse li dov’era la sua amata Fillide e l’abbracciò con amore e dolore, tanto che Fillide sentì quell’abbraccio e fece spuntare dai nudi e tristi rami, piccoli fiori bianchi.
L’abbraccio dei due innamorati si mostra ogni inizio di primavera a testimoniare l’amore eterno tra i due.
